Lettera aperta del Dirigente Nicoletta Del Re a studenti, docenti e genitori dell’Istituto Tecnico “Filippo Palizzi”
“L’OFFICINA PALIZZI”
Come si può apprendere dall’Enciclopedia Treccani, anticamente la parola officina (dal lat. officina, composto dei temi di opus – ē ris «opera» e facere «fare») ebbe un uso più ampio, indicando qualsiasi luogo dove si lavorasse e si producesse, anche a scopo culturale. Il termine ha un sinonimo in fucina. (fucina s. f. [lat. officina: v. officina]). In senso figurato l’officina / fucina è il luogo dove si generano e si creano nuove idee, si foggiano menti, ingegni, o si formano in gran numero persone di una determinata categoria: una fucina di poeti, di artisti, di scienziati; o anche dove si prepara attivamente qualcosa. Filippo Palizzi definisce la sua casa come una vera e propria «officina» e in seguito userà la stessa espressione per indicare la Scuola tecnica che dirigerà a Napoli. D’Annunzio, nel Vittoriale degli Italiani, intitola Officina il suo studio privato, dove componeva e correggeva le sue opere. Allo studio D’Annunzio accedeva salendo tre alti scalini e passando sotto un basso architrave che costringeva chi entrava a chinarsi. L’architrave è sormontato dal verso virgiliano hoc opus hic labor est, (qui sta-questa è l’impresa/ e qui la fatica) con cui nell’Eneide si ammonisce Enea che si accinge a scendere nell’Ade di quanto sia facile l’accesso agli inferi, ma quanto sia difficile riuscire a ritornare nel mondo dei vivi. Lavoro – impegno – fatica sono dunque connaturati all’idea di studio di D’Annunzio, tanto che il nome Officina deriva dalla definizione che il Poeta amava dare di sé stesso: operaio della parola. Prendendo spunto da due nostri conterranei – Palizzi e D’Annunzio – che hanno utilizzato il termine “Officina” e che hanno segnato la storia dell’arte, della cultura e della letteratura italiana, intendiamo aprire oggi l’esperienza de “L’OFFICINA PALIZZI” IN CUI PRENDE VITA UNA CONCEZIONE DELLA SCUOLA INTESA COME LABORATORIO, DOVE L E CONOSCENZE SI COMPENDIANO CON LE COMPETENZE, DOVE IL SAPERE SI CONIUGA AL SAPER FARE, IN UN CANTIERE ATTIVO E FUCINA di idee, spunti, risorse per un arricchimento e per un cambiamento sostanziale. Per due settimane il Palizzi diventa officina, ossia fabbrica di idee, di progetti, di conoscenze e soprattutto luogo di elaborazione, dove foggiare le competenze. Entusiasmo, passione, volontà di ricerca, predilezione dell’attività sul campo sono gli ingredienti per una nuova idea di scuola. Ritengo fondamentale sottolineare che partendo dall’urgenza ineludibile di superare i confini delle discipline, per una contaminazione dei saperi, sarà privilegiato l’approccio interdisciplinare e pluridisciplinare. Il metodo preferito sarà quello del dialogo costante fra le discipline, fra gli studenti riuniti in gruppi di lavoro, tra i docenti, fra docenti e studenti, fra la Scuola e il Territorio. Vogliamo sempre più fare esperienza di una scuola che si trasforma, intesa come luogo di sperimentazione dialettica, per sconfinare e per uscire da spazi precostituiti, per incontrare altri pensieri, esperienze, azioni, per intercettare altri mondi: Università, lavoro, mondo economico, ordini professionali, risorse umane del territorio, il teatro ed il cinema. L’intento è nuovo e antico, fra tradizione e innovazione: ampliare i punti di riferimento, innalzare il successo formativo, rispondere ai bisogni e sogni dei cari studenti. Auguro a tutti buon lavoro e spero, in particolare, che questo tempo di “scuola rovesciata”, dove i protagonisti attivi sono gli studenti, sia per tutti un’occasione di crescita umana e intellettuale.
0